“Io sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ognuno deve poter amare chi crede e vivere la propria vita con lui o con lei tutelato dalla legge”. Il limpido “sì” con cui Beppe Grillo ha rotto ogni indugio sui diritti alle coppie gay e lesbiche è piombato nel dibattito pubblico in piena estate.
Ed è un sì che chiarisce una volta per tutte i dubbi sul percorso non proprio lineare del “guru” del Movimento 5 stelle riguardo all’omosessualità, a partire dalla dichiarazione “ironica”, ma dal sapore vagamente omofobo, “At salut buson” (“ti saluto culattone”) rivolta l’anno scorso a Nichi Vendola. Peggio, secondo quanto riportato da Vladimir Luxuria, il leader dei grillini durante uno spettacolo se ne sarebbe uscito con un infelice: “Ma che fine faremo, ora che anche Rifondazione candida un travestito?”. Oppure, nel 2005, incontrava i militanti del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma, che ospitavano un gruppo di “Amici di Beppe Grillo” (le prime cellule di quello che diventerà il Movimento 5 stelle) senza fare alcun riferimento alle nostre tematiche. Insomma un po’ poco fin qui, se si fa eccezione per la sua vicinanza all’associazionismo per la lotta all’Aids con spettacoli in beneficenza per la Lila (Lega italiana lotta Aids)*.
Così, un poco inaspettatamente, i 5 stelle sembrerebbero aver aggiunto una sesta stella, quella dei diritti, alle cinque (acqua, trasporti, sviluppo, connettività e ambiente) con le quali si sono presentati come una ventata di novità nell’agone politico. Ma il condizionale è d’obbligo: il movimento ha un programma politico in costante elaborazione e non è detto che le parole del leader morale si traducano in impegni politici futuri. Certo è che sono un avanzato punto di partenza per il dibattito, ma allo stesso modo il movimento è apparso un poco impreparato al balzo in avanti di Beppe Grillo.
Sul blog del movimento sono arrivati migliaia di commenti. Dal “Vai, Beppe, sei sulla strada giusta” al “non sono d’accordo sui matrimoni gay e unioni di fatto, non sono bacchettone ma per me la coppia è fatta ancora da uomo e donna”. C’è spazio davvero per tutti dalla sana laicità di Viviana di Bologna che sostiene che “coloro che difendono una presunta famiglia privilegiata negando i diritti ad altre unioni emarginate, dovrebbero pensare che i principi a cui si appellano (famiglia naturale, figli ecc) sono ridicoli e senza senso” fino allo sberleffo “non sono gay ma lo diventerei per far dispetto al Pd”. C’è chi dice che “bisogna consentire ai gay di sposarsi se lo vogliono, una coppia gay non toglie nulla a una coppia eterosessuale e a nessun altro. Purtroppo siamo un paese sessuofobico ancor prima che omofobo e clerico-fascista”. E c’è chi, meno analitico, domanda a bruciapelo: “Ma voi fareste adottare un bambino da una coppia di trans?”. C’è poi chi si ferma in mezzo al guado, come Roberto: “Non riesco a capire? Ci sono famiglie che si ammazzano tra di loro, che divorziano, che si odiano. Se nel mondo c’è un po’ d’amore, perché non può essere riconosciuto? A me dà fastidio veder due uomini che si baciano (pensiero mio e puramente personale), però allo stesso tempo mi fa piacere che qualcuno vuole bene a qualcun altro”. Anche Luana tentenna un po’: “Libertà e pieni diritti ai gay anche se farei un pensierino per le adozioni”. E c’è pure l’omofobia brutaledi Adriano: “Ma che ce frega dei gay, se lo infilino dove vogliono, qui ci stanno a schiavizzare e discutiamo sui diritti dei gay, ma siamo tutti fuori di melone?”.
È impossibile rendere conto dell’enorme dibattito (che non riguarda nello specifico solo i militanti del movimento) ed è inutile cercare tra tante parole quale saranno gli orientamenti politici futuri.
Meglio guardare tra le stelle. E non serve un telescopio per rintracciare elementi che indicano che chi lavora direttamente per il movimento (e si candiderà) è orientato a risolvere, positivamente, la questione omosessuale.
Già nel 2008, ad esempio, gli Amici di Beppe Grillo erano presenti al pride romano, e anno dopo anno, il movimento non mostra alcun imbarazzo nell’aderire e partecipare alla manifestazione. A Milano, i 5 stelle difendevano persino, nel 2011, il colore della manifestazione e il suo “valore sociale, valore civile ma anche educativo”. Un poco più contorte, anche se ben intenzionate, paiono le motivazioni addotte per l’adesione a quello di Palermo di quest’anno: “Bisogna purtroppo sfatare un principale mito: non esiste la normalità”; “la tutela giuridica deve andare al di là di ogni perbenismo estetico”; “il fatto che si rivendichi un “orgoglio” (pride) è legato al motivo che si è orgogliosi di ciò che si è, non perché ci si senta migliori di”.
Sui diritti in genere è poi decisamente innovativo l’approccio dei 5 stelle del Piemonte, dove l’anno scorso è incominciato il progetto “Equal” che ha, tra le varie attività, lavorato a stretto contatto con il Coordinamento Torino Pride. Dejanira Piras, la referente del progetto spiega: “Alle 5 stelle ne manca una, quella di donne e diritti e del tema delle pari opportunità. Ho proposto di incominciare un percorso sulle pari opportunità con le liste civiche e di scrivere un testo di legge regionale per riformare gli organismi di parità. Così è nato Equal”.
Quella che è a tutti gli effetti una “scuola di partito” lavora su obiettivi concreti, come spiega Piras: “Dopo aver realizzato, tra febbraio e aprile 2012, cinque serate sull’orientamento sessuale e sulle tematiche glbt, abbiamo deciso di proporre a tutte le Liste civiche piemontesi due delibere su testamento biologico e unioni civili. Dopo la formazione e ulteriore dibattito interno alle Liste civiche, se piaceranno, si tradurranno in impegno concreto delle nostre liste. Sulle unioni hanno detto sì quasi tutte le liste, stiamo lavorando per ottenere un sì di tutti!”. “C’è apertura mentale dalle nostre parti”, continua. “Un sondaggio, realizzato con Stefano Basaglia (Università di Bergamo) e rivolto a tutti gli attivisti 5 stelle piemontesi ci dice che il 77% dei nostri è favorevole al matrimonio gay, l’87 alle unioni civili e l’84 a una legge contro l’omofobia. C’è anche un 9,8% di omosessuali nel partito, e qualcuno, seppur timidamente, mi ha contattata.” Quanto ai contrari al matrimonio Piras ammette: “C’è un 20% che potremmo definire un pochino omofobo, ma al di là di queste sfumature, siamo coscienti della grande responsabilità che abbiamo. Siamo tutte persone che lavorano e fanno politica per migliorare il paese. A mio parere, se il Movimento 5 stelle non si occupasse di pari opportunità e diritti, con il pacchetto completo, non rappresenterebbe il futuro del paese, infatti, ce ne stiamo occupando!” Chiamare questo antipolitica pare un po’ troppo poco.
Giovanni Caponetto, presidente del Coordinamento Torino Pride, conferma le ricadute positive dell’iniziativa: “Ci hanno chiesto di fare formazione politica senza però incontrarci con preclusioni o idee preconfezionate su come risolvere, o meno, la questione dei diritti, come fanno, a sproposito, sia quelli di centrodestra che quelli di centrosinistra che pretendono di insegnarci qual è l’approccio alle nostre tematiche. Poi si rivolgono alla base per comprenderne il sentire e lavorano su obiettivi concreti. Si danno un gran da fare e con noi il rapporto è costante”. Mentre “Equal” sbarcherà a breve in Calabria (ma solo i 5 stelle locali sceglieranno modi e tempi del suo svolgimento), i 5 stelle di Avellino incontrano la presidentessa di Famiglie Arcobaleno, mamma Giuseppina La Delfa, e scrivono un post toccante sul loro blog: “Abbiamo conosciuto la bambina una mattina di luglio, alle prese con le tabelline, guidata dalle due mamme. Una bambina serena, come tante altre. Dopo qualche minuto di conversazione, ci è sembrato già così naturale vederle insieme come famiglia. È questo che bisogna fare: informare. Comprendere il fenomeno dell’omosessualità. Agire nelle scuole. Insistere. Diffondere… la loro battaglia ci riguarda tutti”.
I 5 Stelle dell’Emilia Romagna, per parte loro, aderiscono quest’anno al Manifesto della Rete Laica in difesa dei diritti civili, mentre quelli lombardi ospitano sul loro sito una lunga intervista a Paolo Patanè, presidente di Arcigay e rassicurano: “Confermiamo il nostro impegno per la garanzia di tutti i diritti facendo nostre le sue parole: “…Partiamo invece da un vero progetto complessivo di paese. Che paese vogliamo? Se siamo d’accordo che vogliamo un paese diverso, più giusto, più equo, più moderno e progredito, è da lì che in modo naturale derivano tutti i diritti che oggi non sono riconosciuti. Compresi quelli per le persone e le coppie omosessuali…”.
E se quanto riportato non esaurisce il dibattito, se non stellare almeno vivace, facilmente verificabile sul web, sui temi gay ci sono già atti concreti messi in campo dal M5s che da un lato riconfermano l’interesse del movimento per le tematiche glbt, ma che dall’altro generano dilemmi sulle (im)possibili alleanze del gruppo, guardato come un paria da chi si rappresenta come la politica con la p maiuscola. Il presunto centro-sinistra con il Pd per ben due volte ha affossato due iniziative a favore delle unioni civili del movimento. È successo a Roma nell’ XI municipio con una risoluzione sul registro delle Unioni Civili. Stessa solfa a Pesaro con 2 grillini favorevoli, 4 astenuti e 16 contrari, un misto di Pd, Pdl e Lega, un grande inciucio anti 5 stelle che non è detto non venga riproposto in ambito nazionale per salvare il paese dall’“antipolica”. A Milano evidentemente il consigliere 5 Stelle eletto, Mattia Calise, nel corso del dibattito sul registro comunale delle unioni civili ha votato “sì” a malincuore: l’Italia ”si deve svegliare”, “ci vuole il matrimonio civile per gli omosessuali”, ha dichiarato.
In tutte queste aperture stonano le dichiarazioni ferocemente contrarie al matrimonio di un esponente sardo del movimento, Francesco Perra: “Il matrimonio è sempre stato tra uomo e donna. Non sono contrario alle unioni. Il problema è: perché il matrimonio, che riguarda l’uomo e la donna? Come fai a istituirlo per persone dello stesso sesso? Allora ci potremmo sposare anche in tre o col nostro animale. Ci sono persone che hanno un rapporto stretto col proprio animale: anche loro potrebbero sposarsi?”.
Immediatamente il movimento della Sardegna ha preso le distanze da Perra e l’ha addirittura espulso: “Le dichiarazioni sono contrarie allo spirito del Movimento e lesive persino della sensibilità dei suoi attivisti. Inoltre lo stesso Sig. Perra a nessun titolo è autorizzato a rilasciare dichiarazioni a nome del Movimento stesso”.
Insomma, i 5 stelle per ora brillano, ma solo nei prossimi mesi potranno dimostrare di essere davvero luminosi, e non solo una fausta cometa di passaggio.
*La LILA precisa che mai Beppe Grillo ha fatto spettacoli di beneficenza in favore dell’associazione e che non esiste e mai è esistita alcuna “vicinanza” tra lui e l’associazione