Cosa sei frocio a fare, ormai, senza un profilo su qualche chat? L’unica eccezione che conosco è il nostro Direttore – un caso a parte, glielo dico sempre (“Sei licenziato”, ndr) – ma anche lui sa benissimo che da parecchi anni il battuage più praticato dai gay (single e non) è di gran lunga quello online.
So cosa state pensando: “Tante grazie, bella, devi arrivare tu a raccontarcelo e addirittura scriverci su un pezzo? E non l’aveva già fatto qualcun altro, per di più?” No, calma, anche nel consueto tran tran del rimorchio via chat ogni tanto c’è qualche novità. Bisogna restare al passo con i tempi: se ancora non l’avete, quindi, cominciate subito a risparmiare qualche euro e compratevi uno smartphone.
Già, perché le chat per iPhone e simili hanno una marcia in più, rispetto a quelle di pc e mac: il Gps (acronimo di Global Positioning System). “Ommadonna” – direte – “ma questo deve proprio tirarsela da esperto di informatica? Che noia”. Coraggio, è tutto molto semplice, ve lo spiego in un paragrafo.
Grazie al Gps il telefonino è in grado di registrare la vostra posizione ovunque siate, e le chat che sfruttano questo sistema possono non soltanto mettervi in contatto con il vostro uomo ideale, ma anche segnalarvi quanto è vicino. Se siete in palestra, in metropolitana o dal parrucchiere con il vostro smartphone potete dunque individuare il futuro marito a pochi metri da voi, conquistarlo con le vostre brillanti doti interlocutorie e finire orizzontali in tempi brevissimi. Pratico, no?
La chat Gps più diffusa fra i gay sparsi sul globo è sicuramente Grindr (www.grindr.com), con oltre un milione di utenti. Creata circa un paio di anni fa dal geek californiano trentenne Joel Simkhai e disponibile inizialmente solo per iPhone, ora la si può usare anche con il Blackberry (versione attualmente in beta), con l’iPad e presto persino con gli smartphone basati su Android, il sistema operativo di proprietà di Google. Grindr esiste in due versioni: quella basic è gratuita, mentre quella X(tra) con qualche funzionalità in più e senza annunci pubblicitari costa 2,39 € al mese. Intuitiva, user-friendly e veloce, Grindr ha riscosso quasi subito un enorme successo, ed è facile capire perché. Usarla è semplicissimo: basta scattarsi una foto e crearsi un profilo con i dati salienti, e non appena lo smartphone avrà registrato la vostra attuale posizione vedrete comparire accanto alla vostra le foto degli altri maschietti disponibili in zona, disposti in ordine di vicinanza. Una volta individuato quello più appetibile potrete quindi comunicargli gusti e misure opportunamente dettagliati, bombardarlo di foto esplicite, e inviargli il vostro indirizzo con tanto di mappa per raggiungervi in men che non si dica. Non manca anche un pizzico di ironia, a partire dal nome stesso (grinder significa letteralmente “tritacarne”). E se non siete soddisfatti della fauna locale potete sempre cliccare sul pulsante “Load More Guys”, ed ecco spuntare in elenco tanti altri uomini pronti all’uso, anche se magari un po’ meno dietro l’angolo.
Un avvertimento, però: fate molta attenzione alla foto che scegliete per il profilo e al testo che scrivete (vi consiglio di leggere con attenzione le guidelines sul sito prima di crearlo). Per rimanere disponibile sull’App Store dell’iPhone Grindr impone delle regole piuttosto rigide: evitate quindi di esporre le pudenda sul profilo (volendo, però, potete sempre inviarle in privato alla vostra potenziale preda). Se non rispettate le condizioni d’uso non solo verrete bannati e il vostro profilo sarà inesorabilmente cancellato, ma la procedura per poter poi ricomparire sul Tritacarne è piuttosto complicata (parlo per esperienza diretta, ovviamente). Il neo-puritanesimo di Grindr (e Apple) è già stato sbeffeggiato a dovere: sul sito di Queerty potete vedere una divertente gallery di profili bannati di recente, con la motivazione per ognuno: (http://tinyurl.com/yypazqu).
Naturalmente Grindr non è l’unica applicazione di questo tipo: ad aggiungere la geolocalizzazione (!) ora si sono decise pure le chat storiche per pc (Gaydar, Me2, Manhunt e anche la più fetish Recon.com, tutte con le rispettive app); stranamente su iPhone GayRomeo è un po’ in ritardo, ma il Gps è imminente pure per loro; c’è poi anche Scruff (www.scruffapp.com), un clone di Grindr pensato per bear e orsofili; e infine Fab (http://fab.com), per usare la quale però è necessario avere un profilo su Facebook (d’altra parte chi non, escludendo il Direttore?) e che è appunto più simile a un social network vero e proprio per soli froci che a una chat.
Ce n’è già per tutti i gusti, insomma, e questo elenco è sicuramente destinato ad allungarsi ancora. Che aspettate, quindi? State ancora incollati al pc sulle chat normali a perdere tempo prezioso con l’uomo con cui avreste volentieri già messo al mondo dei figli, se soltanto non abitasse a Canicattì? Antiche.