Bella la mostra del Cinema, bello il Queer Lion. Come ogni anno la giuria – composta dal Presidente Alessandro Zan, da Marco Busato e da Daniel N. Casagrande, l’ideatore del premio – ha tenuto in considerazione i film, quest’anno 11, con spunti gay e lesbici presenti trasversalmente nel Festival, tranne quelli delle retrospettive (ma quest’anno eccezionalmente è stato consegnato un Queer Lion d’onore a Ettore Scola per Una giornata particolare).
Ha vinto Les nuits d’été, l’opera prima del francese Mario Fanfani presentata nelle Giornate degli autori, ispirato al libro Casa Susanna di Robert Swope.
Il film – ambientato a Strasburgo nel 1959, mentre è in atto la guerra d’Algeria che fa da aspro contrappunto alle vicende narrate – è originale e ben girato. Racconta di Michel, un notaio di mezz’età felicemente sposato e con un bambino, che apparentemente porta avanti la sua vita senza particolari scossoni, magari con l’idea di candidarsi in politica. Nello stesso tempo però da molti anni, in una casa in campagna, si diverte a vivere con l’amico sarto Jean-Marie una situazione ben differente: così, vestiti elegantemente da donne, Michel diventa Mylène, l’amico Flavia. A loro, in un secondo momento, si aggiungono altri travestiti.
Il gruppetto, che si dà addirittura un decalogo per essere delle perfette donne, vive affiatato, divertendosi a stirare o a cantare romanze d’opere, finché non viene scoperto dalla moglie di Michel.
Il film focalizza dunque la difficoltà di conciliare pulsione diverse (Michel ama sinceramente la moglie), il desiderio della “normalità” ma anche la voglia irrefrenabile di essere se stessi e la ricerca della propria identità. Il tutto affrontato con arguzia e levità, ironia e profondità.
Tra gli attori spicca la grande Zazie de Paris, l’anima pensante del gruppo.
Un travestito c’è anche in Flapping in the Middle of Nowhere della vietnamita Nguyên Hoàng Diep.
In una degradata periferia di Hanoi, la diciassettenne Huyen aspetta un figlio dal fidanzatino che fa solo guai; per trovare i soldi per abortire si prostituisce ma caso vuole che trovi un cliente ricchissimo, attratto da lei proprio perché è incinta. E quindi non sa più cosa fare.
A latere c’è Linh, che vive con Huyen e si prostituisce travestendosi. Il suo delicato personaggio chiama in causa l’identità e il genere. Sensato, pragmatico, decisionista, è lui il vero protagonista, anche se poi dovrà pagare il conto più alto.
Coloro che apprezzano Larry Clark non potranno fare a meno di vedere The Smell of Us.
Nel suo primo film in versione europea, ci sono tutti i temi a lui cari, con una visione esasperata ma certo non del tutto inventata.
Un gruppo di ragazzi parigini ama fare skateboard al Trocadero e passa il tempo fra droghe, musica e prostituzione con donne e uomini (“nel 2013 i maschi sono tutti froci”, dice una ragazza), con alle spalle famiglie inesistenti.
C’è dunque sesso a volontà, con anziani clienti che godono nel possedere i ragazzi, nel leccare loro i piedi (anche un po’ sporchetti…) o che vengono storditi con un sonnifero al posto del viagra per poi risvegliarsi con la casa devastata dalla festa di tanti giovani strafatti.
Tra tutti i personaggi spicca JP, che ama l’amico Math, e che alla fine è l’unico vero perdente. In un messaggio al Festival il settantunenne regista ha detto che si tratta del suo film migliore. Sarà, però assomiglia tanto agli altri, sia pure in salsa francese.
Fra gli altri film, oltre Pasolini (vedi la rubrica cinema su questo numero di Pride), ricordo l’inglese The Goob di Guy Myhill, in cui un ragazzo viene umiliato (forse anche violentato) e cacciato perché gay, l’israeliano Mita Tova di Sharon Maymon e Tal Granit sul delicato tema dell’eutanasia, il taiwanese Taipei Factory II di Hou Chi-Jan, Cho Li e Hsieh Chun-Yi, in cui in uno dei tre episodi è venato dal tema del vampirismo omosessuale.
Infine merita una segnalazione il curioso Métamorphoses del francese Christophe Honoré, il quale ha provato a realizzare in abiti moderni una ventina di miti dalle Metamorfosi di Ovidio, con i capricci, le trasformazioni, i dispetti e gli scontri degli dei greci. È affascinante, visionario, pieno di nudi e ha uno sguardo palesemente queer. Se uscirà sui nostri schermi, non perdetevelo.