“Preghiamo per dare supporto alla comunità gay di Manchester”, così un anziano sacerdote anglicano nel corso della funzione religiosa mattutina di sabato scorso, esattamente nel momento nel quale abbiamo visitato la cattedrale di Manchester, un capolavoro gotico. No, non sono stato vittima di un’allucinazione uditiva: sul campanile sventolava una bandiera arcobaleno ed è questo il gradito benvenuto con il quale ci ha accolto la città di Manchester, che ha ospitato sabato la venticinquesima edizione del Manchester Pride.
Tre giorni a Canal Street. L’evento, dal 28 al 30 agosto, oltre alla partecipata parata di sabato, prevedeva una tre giorni di full immersion arcobaleno in uno dei quartieri gay più vivaci della scena inglese e internazionale, tra Canal Street e dintorni. Il programma annoverava un concentrato di grandi eventi come i concerti di Alesha Dixon, Sarah Harding e DJ Fresh, tra dj set (una disco spettacolare era allestita in un parcheggio sotterraneo per l’occasione), animazione, mercatini e un affollatissimo candlelight per le vittime dell’aids. Gli ospiti famosi sono stati però solo un piccolo assaggio della grande manifestazione costruita essenzialmente su misura per un quartiere che, già al tramonto, risultava gremito da migliaia di persone, donne e uomini di tutte le lettere “LGBTQ”.
La visione d’insieme è in effetti un incanto: la birra scorre a fiumi, si grigliano salsicce, si friggono “fish & chips”, si balla a ogni angolo e ognuno delle decine di locali gay è gremito all’inverosimile: dal classico pub inglese con atmosfera “gayssima”come il VIA, al più giovanile G.A.Y., al lussuoso Velvet o ai più ruspanti Company e Eagle, è impossibile elencarli tutti; c’è persino, per eventuali “regine” di passaggio (e sono innumerevoli!) una casa da tè esclusiva: la Richmond Tea Rooms.
E’ emozionante, al di là dell’affollamento e dei maschi per tutti i gusti e le età che ci circondano, il profondo senso di comunità che si respira in questo enorme gay village, insieme all’accoglienza curiosa che riceviamo. Siamo nel nord dell’Inghilterra e da queste parti sono certamente meno ingessati e formali che nella più fredda Londra. Insomma qui è facilissimo incontrarsi, parlare, confrontarsi e… il resto lo potete facilmente immaginare.
A differenza dell’Italia poi a Manchester la parola “orgoglio” ha un senso perfettamente compiuto ed è sinonimo di un profondo sentimento di appartenenza e, insieme, di reale volontà di sostegno tra (e per) omosessuali, lesbiche e trans. Qui, l’individualismo gay sembra scomparire sostituito dalla volontà comune di costruire un benessere collettivo. Il risultato, oltre ai diritti che gli inglesi hanno già ampiamente raggiunto, è un pride che mette al primo posto una celebrazione condivisa dall’intera comunità cittadina della bellezza di essere gay, lesbiche, trans e bisessuali.
Una città a misura di arcobaleni. E non c’è solo l’imponente orgoglio diffuso in Canal Street, le bandiere arcobaleno sventolano un po’ ovunque e danno bella mostra di sé sui maggiori capolavori storico artistici di Manchester (per scoprirli vi invitiamo a consultare il sito www.visitbritain.com) come, tra i numerosi esempi, il municipio neogotico Town Hall e l’edificio circolare neoclassico che ospita la biblioteca, la Manchester Central Library. E’ bella Manchester, è una città che mescola sapientemente, in inaspettati esercizi di architettura contemporanea, cemento, vetro e acciaio insieme al tradizionalissimo mattone rosso che ricorda la grande vocazione industriale della città.
Sul selciato è facilissimo imbattersi in mosaici arcobaleno che segnalano i luoghi gay della memoria gay come ci indica Andrew Derbyshire la nostra guida di Manchesterguidedtours. E’ segnalato, per esempio, il primo bar gay della città; è ricordato il posto dove c’era un cinema molto frequentato dalle checche di ieri e c’è spazio per le Molly house, taverne antesignane dei moderni club gay. Un arcobaleno rappresenta la memoria di un omosessuale morto ammazzato negli anni Ottanta. Ma torniamo nel quartiere gay che ospita un parco con un memoriale per le vittime dell’aids, un monumento per le vittime della transfobia e un bronzo che rappresenta Alain Turing, matematico arrestato proprio a Manchester perché omosessuale e morto suicida. E’ una memoria utile quella della forte comunità gay di Manchester: ci chiede di ricordare per sconfiggere l’odio antigay.
La parata. L’attore Ian McKellen, in perfetta forma, apre uno tra i pride più partecipati dell’Inghilterra. E, dall’alto dei suoi settant’anni suonati, Gandalf o Magneto o l’indimenticabile James Whale del gay cult Demoni e Dei non si risparmia e non nasconde la sua voglia di sostenere con tutte le forze la sua comunità. Lo fermano ragazzini giovanissimi per i selfie e lui li intrattiene ribadendo l’importanza del coming out e assicurandosi della loro completa visibilità. Certo pensare all’italietta degli attori invisibili fa male.
La marcia della fierezza di Manchester è molto diversa dai pride nostrani. Circa duemilacinquecento persone, in rappresentanza di un centinaio di associazioni, sfilano insieme ai carri mentre centinaia di migliaia di persone assistono all’evento sventolando bandiere arcobaleno, danzando o scandendo slogan (“Pride”, “orgoglio”, è il grido più frequente e assume i toni del tifo da stadio). Il tempo clemente aiuta l’esplosione di colore che celebra l’omosessualità. Nessuno sfila nudo e molti sono travestiti e bizzarri e, da queste parti, non può mancare evidentemente “una regina” travestita da regina. Sfilano anche giocatori di rugby, maratoneti, nuotatori e la polizia con la banda. Le forze dell’ordine distribuiscono volantini che chiedono di denunciare i crimini d’odio. Insomma, siamo su un altro pianeta.
Un pride, grandi numeri. A fine giornata non sono le migliaia di partecipanti il risultato più importante dell’imponente parata. E’ una manifestazione che ha un budget di oltre un milione di sterline all’anno e che distribuisce in beneficenza altrettanto. Orgoglio a Manchester infatti significa anche dare il proprio contributo economico per consentire alla comunità e alle associazioni gay di vivere e prosperare per migliorare la vita di tutti.
A noi non resta che tornare in Italia con pochi dubbi, Manchester (collegata con voli low cost da Ryanair) e il suo pride devono entrare nell’agenda di noi italiani, magari già dall’anno prossimo. Si preannuncia un altro pride ricco di sorprese e emozioni.