Un successo inatteso ma intimamente sperato da tanti. Lo spettacolo teatrale La Dea Trans racconta l’incredibile vita di Carlotta Paiano e fa riemergere la Lecce degli anni ’70 e ‘80 del secolo scorso. Una città che si ritrova davanti a se stessa senza veli, e un pezzo della nostra storia che emerge dall’oblio.
Chi era Carlotta Paiano? Carlo in realtà per i leccesi, il cui carattere allegro abbinato a un’acuta intelligenza hanno fatto di lui un personaggio famoso dapprima nel capoluogo salentino e poi in tutta Italia.
Avviato alla danza dalle zie diviene da subito una promessa. In particolare, durante uno spettacolo al teatro Politeama a Lecce, il grande maestro Greco lo vuole con sé a Roma. La danza si delinea sempre più come il destino di Carletto, ma a volte il destino ha più fantasia di noi.
Un incidente al ginocchio lo costringe a rientrare a casa per trascorrervi la convalescenza. In questo periodo matura il desiderio di percorrere altre strade, strade che lo conducono a Firenze, dove la crisalide comincia la sua trasformazione. Sale dunque su un treno che allontana da una realtà che lo attendeva per consacrarlo definitivamente sul palcoscenico della danza e lo conduce verso una meta che lo vedrà protagonista sul palcoscenico della vita.
Carlotta, quindi. La bellezza, la femminilità, la determinazione, il successo, la notorietà. Un periodo in continua ascesa ricco di soddisfazioni, conquiste, conferme.
Come una favola. Come tutte le favole, con una fine. Non lieta, come spesso accade nella vita. Comincia il declino fisico che Carlotta non riesce ad accettare, trasferendo questo malessere nei rapporti sociali, nella sua quotidianità sempre più compromessa e difficile da gestire. Torna a Lecce, una città che ormai è ineludibilmente troppo limitata, troppo acerba e forse troppo distratta. Talmente distratta da non accorgersi che Carlotta era morta da giorni.
La notizia è riportata da leccecronaca.it e il tam tam mediatico raggiunge tutti gli anfratti più reconditi delle coscienze di chi, pur avendola conosciuta, ammirata, idolatrata, aveva lasciato che l’oblio e l’indifferenza ne condizionassero i rapporti.
Il senso di colpa collettivo abbraccia un’intera comunità che si meraviglia, si stupisce, si ritrova in una sorta di limbo nel quale i ricordi si fondono e cominciano a tessere la trama di una vita vissuta con l’entusiasmo e la leggerezza che solo una Dea si poteva permettere.
La vicinanza seppur virtuale, l’attenzione sui social media approfondita nel reale e nel quotidiano, la sensibilità ritrovata spinta dai ricordi personali o acquisiti attraverso i racconti di altri, alimenta in Giuseppe Puppo, autore dell’articolo apparso su lecccecronaca.it, il desiderio di ridare dignità a un personaggio troppo presto dimenticato e ignorato.
Inizia così un percorso reale e insieme immaginario che porta lo scrittore a voler conoscere, a voler approfondire nel dettaglio la vita di Carlotta fin dalla sua infanzia. Comincia quindi a contattare e, poi incontrare, tutti coloro che potevano fornire un ricordo, un pensiero una riflessione personale sulla base dei quali costruire un tributo poetico e delicato per un animo guerriero e battagliero racchiuso in un involucro fragile e delicato.
Chissà allora se quel giovane esuberante e spensierato che animava con leggiadria e disincanto la Lecce di qualche decennio fa, avrebbe mai potuto immaginare che, proprio nella sua città, nel teatro storico del capoluogo salentino, gli sarebbe stato tributato un giorno un omaggio degno e doveroso! Una storia che invita anche a un momento importante di riflessione universale sulle tematiche della solitudine e dell’emarginazione.
Nata a Lecce come Carlo Paiano, frequentava gli ambienti del Fronte della gioventù e i luoghi di ritrovo dei giovani di destra, come il bar Alvino. La sua natura non rappresentava un problema né per sé né per gli altri militanti.
E così, prima che per le notti in discoteca, per la fama nei locali, per l’apertura di un negozio in Versilia, Carlotta a Lecce era ricordata per aver salvato un sedicenne missino dai colpi di pistola di un commando della sinistra extraparlamentare.
Era il 3 giugno 1977, Pino Rauti teneva il suo comizio in piazza Sant’Oronzo. Il commando iniziò a sparare. Il suo intervento fu provvidenziale per salvare il ragazzo rimasto isolato, inseguito dai facinorosi del “Movimento studentesco e di Lotta continua”. Carlotta, allora ancora Carletto, arrivò a bordo del suo motorino Ciao, caricò in sella il sedicenne e se lo portò via prima che venisse raggiunto. “In molti la ricordano nelle notti d’estate della Versilia”, ha scritto La Nazione. Qualcuno in Puglia la ricorda anche per il suo coraggio.
Una vita contrassegnata da grande celebrità negli ambienti della movida culturale fiorentina, tanto da rappresentare un’icona negli anni ottanta, incurante della sua diversità transessuale.
L’insieme, colorato e ricco di sfumature, dei frammenti di vita raccolti da Giuseppe Puppo diventano così la trama di uno spettacolo teatrale che riesce a portare in poltrona ben 700 persone, facendo registrare uno splendido ed entusiasmante sold out al teatro Apollo a Lecce. Il ruolo della Dea viene affidato all’attore pugliese Ivan Raganato che ne cura anche la regia, con la compagnia teatrale Scena Muta.
Uno spaccato di vita provinciale fa da sfondo e apre il sipario sulla affascinante vita di questa creatura che, con grazia innata e fascino da manuale, aveva incantato e fatto sognare almeno un paio di generazioni.
Durante lo spettacolo una serie di monologhi e testimonianze si alternano per dare e ridare la giusta luce a una stella il cui splendore era finito per essere offuscato, ingiustamente, dagli ultimi anni in cui lo spettro di una cavalcante depressione alimentava una figura ingrata e inversamente opponibile a tutto ciò che Carlotta aveva rappresentato e desiderava trasmettere al mondo!
Visti i successi di pubblico ottenuti finora la compagnia teatrale Scena Muta di Ivan Raganato ha già annunciato due repliche previste per il 30 e il 31 marzo 2019, ore 21.00, presso la sua sala teatrale sita in via Bologna 46 a Copertino (LE).
Info: scenamuta@libero.it, 327 3773846