Vi presentiamo Daniel Greco, attore teatrale per formazione, che ha spopolato sul web con alcuni video musicali irriverenti e attuali, in cui l’universo LGBT viene demistificato.
Da influencer a commesso di periferia il passo è breve… Quanti sono i ragazzi gay che lasciano la piccola provincia (del nord o del sud ha poca importanza) per approdare alla grande città con un grande sogno nel cassetto: diventare fashion blogger? Poi, dopo aver dilapidato tutti i risparmi in poco tempo frequentando feste trendy in cui sperano (illusi) di incontrare l’aggancio che li lanci nell’empireo, realizzano che non c’è trippa per gatti e si ritrovano loro malgrado a occupare le lunghe file dei commessi di periferia in un qualsiasi negozio H&M (quando va bene).
Daniel Greco ha saputo con (auto)ironia scherzare sugli stereotipi dell’universo LGBT attraverso dei video che, una volta lanciati dalla sua pagina Facebook, hanno raggiunto migliaia di persone attraverso i social. Clip certamente esilaranti, ma anche godibilissimi dal punto di vista musicale e soprattutto attuali.
Diplomato al MAS Music, Arts & Show di Milano nel 2005, già interprete teatrale in spettacoli come cantante, attore, ballerino (tra cui nel celebre musical We Will Rock You ispirato alle canzoni dei Queen), Daniel ha iniziato qualche anno fa a produrre alcuni video. “Tra le prime parodie ce n’è una presa a prestito da una drag queen americana di Boy is Bottom. Fino a ieri mi dedicavo più al mondo femminile, perché sentivo che rapportarmi ai gay fosse pericoloso, come entrare nella fossa dei leoni. Poi ho riflettuto che in Italia – a parte qualche episodio sporadico – non conoscevo nessuno che si rapportasse con questo approccio al fronte LGBT, che sentivo più ‘mio’. È stata una scelta maturata in un periodo, non scaturita da un’improvvisa voglia di fare la pazza sul web”.
La scorsa estate aveva già spopolato in rete la parodia Da 0 a 100, dedicato principalmente (ma non solo) a tutti maschietti (alias le pazze col botto) alla ricerca di forte emozioni sulle spiagge gaie europee (Mykonos, Ibiza, Gallipoli).
Il video Ragazza di periferia ha creato immediatamente un dibattito in rete, raccogliendo plausi ma anche giudizi non benevoli, fino a bollarlo come falso e stereotipato: “È indubbiamente un video trash e ci sta che abbia destato critiche positive e negative. Tutti negano lo stereotipo ma ‘tutti siamo lo stereotipo’. La mia ‘missione’ è demonizzare questi stereotipi che ci fanno tanta paura quando in realtà vorremmo negare solo delle sfumature che esistono e negarlo però è ipocrita. A me piace enfatizzare per esorcizzare lo stereotipo di base che vedo tutti i giorni intorno a me, facendolo in una maniera che a me fa ridere in primis, se poi fa piacere agli altri che comprendono questa cosa va bene, ma non pretendo che possa piacere a tutti”.
Come è nata l’idea di questa sfrontata canzone è presto detto: “Stavo ascoltando una vecchia canzone della Tatangelo, Ragazza di periferia (che poi, nemmeno farlo apposta, ha deciso di pubblicarla in versione attuale con l’ausilio di un rapper una decina di giorni dopo dal mio ascolto) e mi sono detto che avrei dovuto parlare dei ragazzi del sud che salgono al nord per fare i fashion blogger… ho scritto il testo, l’ho rivisto per tre giorni, ho inciso il brano in casa (sono una vecchia leva del 1984 che va a carbone) e con l’aiuto di un amico abbiamo rifinito il tutto, mentre per il clip ho coinvolto un’amica videomaker”.
In un’altra parodia, Da gay a etero, Daniel risponde nei confronti del ragazzo calabrese appartenente a una chiesa evangelica e che a sua detta era riuscito a diventare etero grazie alla fede… “Io sono stanco di sentirmi dire che utilizzo troppo gli stereotipi da gay, in realtà io lo voglio fare dichiaratamente, sono stanco dei gay stanchi dello stereotipo quando tutti, siamo un ‘fucking stereotipo’. Conviviamoci, accettiamoci, è inutile che ci proteggiamo dagli insulti esterni, quando le lotte interne ci autodistruggono da dentro. Ve lo dico con il cuore in mano: a volte siamo i peggiori nemici di noi stessi. Se non ti piace questa cosa, non guardare, ma non scassarmi le palle con questa storia degli stereotipi”.
Dopo Ragazza di periferia Daniel ha prodotto altri tre video (le idee non mancano). Cherofobia di Martina Attili è divenuta Clitofobia, un video che indubbiamente invita a ridere ma anche a riflettere, dedicato non solo a chi è allergico al famigerato “triangolo delle Bermuda”, ma anche ai maschietti etero che hanno qualche problemuccio in rapporto all’altro sesso.
Il nuovo anno ha dato il battesimo alla parodia di Ariana Grande. Il video di Thank u, Next, racconta le disavventure alla ricerca dell’anima gemella. In ordine cronologico il nostro eroe si imbatte in una serie di personaggi improbabili e improponibili: il twink, la palestronza, il vecchio, la coppia aperta, la lesbica “Gianna” (con chiaro riferimento alla nota cantante italiana), l’orso, fino a prendere coscienza che rimarrà un’irriducibile gattara incallita.
Il festival di Sanremo servirà su un piatto d’argento la parodia di Arisa, Mi sento bene: partendo dal famoso titolo di Libero “Calano fatturato e PIL ma aumentano i gay”, Daniel si lancia in un’analisi irriverente sul crescente fabbisogno di pene (il riferimento al John Holmes di “il pene mi dà il pane” di Elio e le storie tese è casuale?) nella società odierna, per porre fine a ogni discriminazione omofoba e alle insistenti domande escatologiche del tipo “Ma chi è che fa la donna tra di voi?”
“Mi ha fatto piacere che Arisa l’abbia apprezzata e condivisa sui social (ne ha parlato anche Verissimo, N.d.R.). Io volevo da tempo parlare di quel titolo di Libero che faceva tutt’uno con l’andamento negativo del PIL e l’aumento dei gay e ho pensato che calzasse a pennello con questa canzone. Tante volte ho parlato attraverso cliché; questa volta sia con Clitofobia che con questa canzone ho pensato di inviare dei messaggi, magari meno comici, ma sicuramente d’effetto, sempre in maniera leggera”.
Inevitabilmente, con l’arrivo della primavera, è arrivata un’altra parodia ispirata alla famosa canzone di Loretta Goggi, icona gay degli anni ’80.
Ora, la domanda sorge spontanea: cosa farà mai questo web blogger nella vita reale? “E cosa potrei fare se non la commessa di periferia part-time? Quello che molti non capiscono è che io faccio autoironia, la stessa che spesso manca nell’ambiente gay. Il video della ragazza di periferia è un po’ autobiografico, anche se a differenza del personaggio narrato nel clip, non cerco attivi XL su Grindr; non ci crederà nessuno, ma è vero. Ho sempre fatto il commesso, mentre compatibilmente avevo una vita artistica da una parte che non mi permetteva di pagare le bollette a fine mese; li ho girati tutti i negozi, sono tutto quello che dico nella canzone”.
Cosa vorresti fare da grande? “L’ideale sarebbe poter vivere della mia creatività. In questo momento le mie parodie mi hanno dato un po’ di visibilità e sto facendo delle serate come special “poraccia”. Il sogno che avevo da bambino era quello di poter vivere del mio istinto e della mia creatività. Il mondo è saturo di personaggi resi famosi dai social, per cui riuscire a strappare un sorriso alla gente e mantenere la mia vena creativa ‘attiva’ è un buon auspicio”.
Irriverente, molto tatuato (non potrei tornare a fare teatro perché ormai ho tatuaggi in ogni dove), tendenzialmente bipolare e altamente no sense, Daniel è il migliore amico gay che non ti farebbe mai uscire di casa con un paio di ballerine e una borsa di Carpisa.