Si accende l’edizione 33 del Festival Mix Milano all’insegna dello slogan “Love Riot”, perché il cinema LGBT e la cultura queer sono amore e rivolta rivoluzionari. Una programmazione ricca e variegata come non mai in grado scardinare ogni forma di pregiudizio.
Trentatré anni e non sentirli anche grazie al passaggio di testimone nella direzione artistica avvenuta qualche anno fa, confermano il Festival MIX Milano di cinema gaylesbico e queer culture come l’evento più atteso nella vita arcobaleno del capoluogo lombardo. Al MIX, come è semplicemente chiamato in città, ci si va per vedere i film ma anche per vedere chi c’è e per farsi vedere, e poter dire a chi non c’era: “Non sai cosa ti sei perso quest’anno!”
Diretto e co-prodotto da Andrea Ferrari, Debora Guma e Rafael Maniglia, organizzato da Associazione Culturale MIX Milano con il patrocinio del Comune di Milano e con il contributo dell’Assessorato alla Cultura, il festival è una macchina da guerra estremamente complessa da organizzare e gestire, che quando lancia i suoi proiettili fa tremare la terra LGBT.
Tra i più frequentati in Italia – oltre 8.500 presenze solo lo scorso anno – in quattro giorni esplora opere e protagonisti della migliore cinematografia e produzione audiovisiva LGBT nazionale e internazionale, quest’anno all’insegna del claim Love Riot in omaggio ai 50 anni dei moti di Stonewall.
Lungometraggi, cortometraggi, documentari, presentazioni di libri, concerti, DJ set, incoronazioni di icone (quest’anno Ambra Angiolini darà il premio “More Love” a Natalia Aspesi, Giuliana De Sio è la “Queen of Comedy” e Nina Zilli la “Queen of Music” 2019). Una selezione di opere capace di offrire, tra piccole e grandi storie provenienti da tutto il mondo, un ritratto della società di ieri, di oggi e di domani con uno sguardo aperto alla sempre necessaria difesa dei diritti civili e delle diversità.
Alla serata di apertura è riservata l’anteprima italiana di Greta, film rivelazione dell’ultima Berlinale diretta dal regista brasiliano Armando Praça. Un anziano infermiere di nome Pedro cerca un letto libero per la sua migliore amica, Daniela, nell’ospedale in cui lavora. Per fare ciò libera un giovane uomo, Jean, appena arrestato dalla polizia e ricoverato in ospedale per alcune ferite. Preoccupato per la salute di Jean, Pedro decide di portarlo a casa sua. Tra i due nasce una complicata relazione, che metterà in luce la profonda solitudine di Pedro. Il regista offre una nuova prospettiva sui personaggi di una commedia degli anni ‘70 (Greta Garbo, Quem Diria Acabou no Irajá): l’anziano gay Pedro e la sua amica trans Daniela non sono più ridicole macchiette, ma personaggi con una complessa interiorità con cui lo spettatore è portato a empatizzare.
Tra le altre proiezioni più attese l’anteprima italiana di XY Chelsea, documentario sulla vita di Chelsea Manning, nata Bradley, la talpa di Wikileaks che fece tremare il Pentagono. Dopo aver consegnato 750.000 pagine di documenti riservati a Julian Assange e a WikiLeaks, che hanno permesso di alzare il velo su una lunga serie di crimini commessi dal governo americano, l’ex militare e analista di intelligence è condannata a 35 anni da spendere nelle carceri maschili. Nel 2017 la svolta avviene con la commutazione della sentenza da parte del presidente Barack Obama, che ne permette la scarcerazione. Dopo sette anni vissuti lontana dal mondo esterno, Chelsea è finalmente libera di cominciare una nuova vita. Un ritratto a 360° che ne ripercorre le vicende politiche e personali, tra depressione, battaglie in nome della verità, il suo status di icona della libertà, il rapporto coi media e una popolarità inattesa. E soprattutto il lungo percorso che le ha permesso di riscoprirsi, e farsi finalmente riconoscere, come donna.
Rafiki è il primo film lesbico keniota, messo al bando in patria perché “promuove il lesbismo” in violazione delle leggi del Kenya, e sta riscuotendo un grande successo in tutto il mondo. “Le brave ragazze kenyane diventano brave mogli kenyane”, recita un detto popolare, ma Kena e Ziki desiderano qualcosa di più. Nonostante la rivalità politica che esiste fra i loro padri candidati alle elezioni nel villaggio, le ragazze diventano amiche intime fino a quando tra loro sboccia l’amore. La storia è tratta dal racconto “Jambula Tree”, della scrittrice ugandese Monica Arac de Nyeko, vincitrice del premio Caine per la Letteratura Africana nel 2007. Rafiki – che significa “amica” in swahili – è un termine che è spesso usato per indicare il partner in una coppia omosessuale.
Plaire, aimer et courir vite del regista di culto Christophe Honoré, presentato in selezione ufficiale al 71° festival di Cannes, affronta il tema dell virus HIV. Parigi, 1993. Jacques è uno scrittore di media fama sulla soglia dei quarant’anni: un figlio piccolo, un vicino di casa amico e complice ma schiavo di fugaci relazioni a pagamento, un rapporto indissolubile con l’ex compagno Mathieu, malato di AIDS, e la sua stessa condizione di sieropositivo. Arthur è uno studente appena maggiorenne: avido lettore, è spavaldo e ambizioso, sogna di fare il regista ed è alla scoperta impudica e frenetica della sua sessualità. Jacques e Arthur, spinti da un’attrazione sia fisica che intellettuale, cercano di amarsi, a modo loro. Un caos sentimentale che mescola ironia e densa malinconia, che si interroga sui percorsi di crescita, sulle proprie ambizioni e disillusioni, sul bisogno e sulla capacità di amare, sul rapporto tra utopie adolescenziali e un più maturo cinismo.
Tra i documentari, l’intenso Shelter di Enrico Masi sull’odissea verso l’Europa di una rifugiata transessuale filippina; l’anteprima italiana di Fabulous sulla star del vogueing internazionale Lasseindra Ninja, ballerina professionista transgender, e l’omaggio alla pioniera del cinema queer Barbara Hammer, recentemente scomparsa, con la proiezione del suo Nitrate Kisses. Nella ricchissima sezione cortometraggi, invece, il divertente Pepitas con protagonista un bravissimo Lino Guanciale nei panni di un giovane precario che di giorno vive con la madre e la nonna mentre di notte si trasforma in una trasgressiva drag queen.
Grande schermo ma anche piattaforme online con l’anteprima assoluta fuori concorso di Un uomo con la T maiuscola, prima mini-serie originale realizzata da Freeda per il suo canale YouTube, storia di un ragazzo trans che ha intrapreso da poco il suo percorso di transizione.
Ricco il programma degli eventi “off” del Festival, fra musica, cultura, letteratura e arte, che ne sottolineano lo spiccato aspetto interdisciplinare. Diversi eventi dedicati alla letteratura; una performance sonora a cura della compagnia Animanera; una classe di Vinyasa Yoga con Marco Migliavacca; la mostra Burma Love della fotografa Chiara Luxardo che porta l’attenzione sulla Birmania, uno dei tanti paesi dove l’omosessualità è ancora illegale e il matrimonio tra persone dello stesso sesso è una speranza lontana; lo spazio dedicato alla musica sarà riempito con quattro esclusive performance live tra cui gli Egokid e, come di consueto, da Music on the Steps sul sagrato del Piccolo Teatro dalle 18 alle 24.
La selezione dei film a tematica lesbica è realizzata in collaborazione con Immaginaria – International Film Festival of Lesbians and other Rebellious Women. Il Festival MIX Milano è inoltre socio fondatore di Milano Film Network (MFN), la rete che unisce l’esperienza e le risorse dei sette festival di cinema milanesi.