In questi tempi così incerti tra crisi economiche globali, avanzamenti sociali su temi glbt al di là delle Alpi, stallo in terra patria e atroci repressioni omofobe al di là degli Urali, andare a cercare il “pelo nell’uovo” appare un po’ stravagante, a meno che non si tratti della tradizionale sottile ironia che contraddistingue le immagini ufficiali di Gender Bender. Il filo rosso della rassegna, giunta all’undicesima edizione e che si svolgerà a Bologna tra il 26 ottobre e il 2 novembre, è l’eterna domanda se omosessuali o transessuali si nasce o si diventa. Ma quando si scopre di esserlo cosa avviene dentro di noi e come evolvono queste consapevolezze nel corso degli anni?
Come sempre il calendario è fitto di appuntamenti con molte anteprime nazionali negli ambiti del balletto e del cinema, spettacoli teatrali, ospiti letterari, la sezione clubbing per scatenarsi sul dancefloor e prosegue la collaborazione con Soggettiva, la rassegna di cultura lesbica contemporanea di ArciLesbica Bologna.
Iniziamo le segnalazioni con Rocco. A Dark Full Ride di Emio Greco e Pieter C. Scholten, premio olandese per la danza “Swan” come migliore produzione di danza del 2012, una creazione ispirata a Rocco e i suoi fratelli, film di Luchino Visconti dedicato al mondo del pugilato. L’amore e l’odio tra fratelli diventano punto di partenza della coreografia e il combattimento diventa passo a due su un vero ring da boxe.
Quattro artisti provenienti da Italia, Spagna, Paesi Bassi e Croazia sono i protagonisti della prima tappa di Performing Gender www.performinggender.eu, progetto europeo capitanato da Gender Bender in cui 16 giovani coreografi dei quattro paesi condividono un percorso di ricerca e formazione della durata di due anni sulla sessualità e i ruoli di genere. Al termine di una settimana di intensa attività formativa mostreranno al pubblico la prima tappa di lavorazione delle loro nuove produzioni, che debutteranno poi in forma compiuta a Gender Bender 2014.
La bella Rosaspina addormentata è il nuovo spettacolo di Emma Dante e terzo titolo del progetto “Favole per bambini e adulti”. La breve fiaba dei Fratelli Grimm in cui la principessa, maledetta dall’unica fata non invitata al banchetto di benvenuto dell’erede, cade in un sonno profondo da cui solo un principe potrà risvegliarla, è qui un affresco nero e grottesco, tra fate che sfilano come su una passerella milanese e un principe moderno, diverso, che svelerà solo alla fine la sua vera identità.
Numerosi i lungometraggi e i documentari provenienti da Usa, Hong Kong, Australia, Francia, Filippine, Argentina, Spagna, Germania, Cina. Il film Test di Chris Mason Johnson si svolge a San Francisco nel 1985 durante il culmine della crisi dell’Aids e vede una prestigiosa compagnia di danza dover fronteggiare la diffusione del virus Hiv e i suoi effetti sulle vite dei suoi performer. Il regista PJ Raval firma il documentario Before you know it, una premurosa testimonianza sul diventare anziani nella comunità gay. Dannis vive in Florida, Ty a New York, Robert in Texas, tutti e tre sono in pensione e lottano per trovare accettazione, liberazione e divertimento in una società che se in generale marginalizza la terza età, quella glbt proprio non la prende in considerazione.
Un po’ di leggerezza la offre la commedia Big Gay Love di Ringo Le. Bob è un party planner di successo con una vita all’apparenza completa ma il suo corpo abbondante è per lui fonte di insicurezza in una Los Angeles dove l’immagine e la perfetta forma fisica dettano legge. L’incontro con il bellissimo Andy, che gli dichiara il suo amore e che lo ama per ciò che è, sarà paradossalmente per Bob l’inizio di una serie di disavventure che lo vedranno preda degli stereotipi più consumati, alla ricerca di quella perfezione mai richiesta.
Tre graditi ritorni letterari a Gender Bender e Soggettiva. La rassegna di Arcilesbica ospita la poetessa irlandese Mary Dorcey, che presenta il suo ultimo lavoro Perhaps the Heart is Constant After All (Forse il cuore è costante, dopo tutto). Altra importante ospite, la romanziera e poetessa scozzese Jackie Kay che riesce a restituirci, con sensibilità e ironia, le sue narrazioni di bambina adottata e di donna lesbica dalla pelle nera, cresciuta nella white Scotland degli anni ’60 e ’70. Aldo Busi invece è ospite di Gender Bender, dove presenta il suo ultimo romanzo El especialista de Barcelona.
Ben cinque i party che si terranno durante il periodo della rassegna tra cui da non perdere vi è il dj set di Dimitri from Paris, uno dei nomi più significativi del “French touch”. Il suo sound si muove in modo raffinato tra funk, disco e house ed evoca atmosfere patinate da cocktail party. Dimitri è stato infatti il dj preferito di Hugh Hefner per gli esclusivissimi party alla Playboy mansion e corteggiato dai grandi nomi dell’alta moda parigina come Chanel, Dior, Jean-Paul Gaultier e Yves Saint-Laurent. Uovo sì, ma uovo Fabergé naturalmente.