Lo scorso ottobre è uscito Diamante, il nuovo album di Santiago (al secolo Marco Muraglia), definito dalla critica un “rapper di temperamento con lo spessore poetico del cantautore”. Nel disco compare anche il brano Antidoto e il veleno. Il video, forse per la prima volta nel nostro paese, concentra l’attenzione sul barattare un amore ritenuto riprovevole a favore delle convenzioni sociali, fuggendo da una verità che troppo spesso non sappiamo ancora accettare. In una fredda camera d’albergo due uomini s’incontrano e rubano furtivamente momenti di intimità. Ma uno dei due torna dalla fidanzata per conformarsi a un ruolo cui non sente di appartenere. Abbiamo rivolto al cantante pugliese alcune domande sul tema.
Il rap oggi rappresenta la musica popolare, la voce della gente comune che fotografa la realtà circostante…
Io credo di sì. Il rap è uno strumento che se utilizzato nel modo giusto può essere incredibilmente istruttivo. Dà la possibilità di essere diretto, di focalizzare all’istante il punto della situazione senza girarci intorno. Non è un caso che sia diventato il genere di riferimento anche in Italia. Sono anche convinto però che un paese come il nostro necessiti di contenuti più profondi.
Cosa significa?
Il patrimonio che la musica leggera italiana ci ha donato negli anni è troppo importante per essere dimenticato, ma d’altro canto quello che il rap può dare alle generazioni future è altrettanto importante. Proprio facendo questa riflessione ho iniziato a domandarmi se trovare un punto d’incontro tra queste due importantissime realtà non fosse la risposta che tanto ho inseguito in questi due anni di ricerca che mi sono concesso tra un prodotto e l’altro. Diamante non ha la presunzione di essere quell’anello di congiunzione, ma è un primo vero passo verso quella direzione.
La cultura hip hop non è mai stata generalmente tollerante nei confronti dell’omosessualità. Le cose stanno cambiando?
La cultura hip hop, e il rap nello specifico, fino a qualche anno fa era un fenomeno di nicchia, con un seguito estremamente limitato. Questo dava la possibilità di esprimersi senza filtri e spesso al di sopra delle righe, volutamente, forzando anche il modo in cui un argomento veniva trattato. Oggi non è più così. L’attenzione è aumentata a dismisura e di conseguenza la necessità di metterci dei filtri è diventata un obbligo. Sono dell’idea che un artista, in questo caso un rapper, per esprimersi al meglio debba essere se stesso, ma deve anche assumersi la responsabilità di quello che scrive nei testi. È troppo facile discriminare qualcuno o qualcosa per attirare facilmente l’attenzione e poi provare a discolparsi con delle giustificazioni che hanno più il sapore di un’arrampicata sugli specchi. Per avere rispetto bisogna prima imparare a rispettare.
Nessun rapper però finora si era mai spinto a produrre un video sull’omosessualità.
Spesso investiamo tutto il nostro tempo a trovare delle scusanti, ragioni per giustificare le nostre mancanze. Le esperienze personali o artistiche vissute finora mi hanno insegnato che nove volte su dieci quella soluzione che tanto cerchiamo in qualcos’altro è proprio celata in noi, solo che facciamo finta di non saperlo perché la maggior parte delle volte scoprirlo richiede un sacrificio non indifferente che non tutti sono disposti a fare. Nel video de L’Antidoto e il veleno l’attenzione si focalizza sul tema dell’omosessualità perché a mio avviso nessuna tematica più di questa si concentra sulla difficoltà di essere se stessi.
Cosa racconta il video?
L’antidoto rappresenta la consapevolezza di avere individuato la strada giusta, il veleno la paura di percorrerla. Assieme a John Pentassuglia, regista e autore del video, abbiamo voluto raccontare la storia di un uomo innamorato, ma terrorizzato dalle conseguenze che comporterebbe vivere quell’amore.
Il finale del video è estremamente amaro. L’uomo alla fine non riesce a superare le proprie paure scegliendo di continuare a rivestire un ruolo che probabilmente non ha mai scelto e che la vita gli ha affibbiato. Per il bene della sua famiglia rinuncia al suo amore. Abbiamo deciso di far concludere il video in questa maniera per far sì che il messaggio fosse ancora più forte.
L’attore che presta il ruolo dell’amante nel video è interpretato da Giovanni Licchello, già eletto Mister Gay nel 2013. Casualità?
Giovanni è pugliese, e nello specifico brindisino, come me. Ha sempre sfruttato il fatto di essere un personaggio pubblico per delle cause molto importanti.
Non ha mai avuto paura di metterci la faccia e di schierarsi in prima linea per le cause in cui credeva fermamente. Ha colto subito quello che con questo video volevamo comunicare, condividendolo pienamente. La collaborazione è stata una naturale conseguenza.