“A dispetto delle dichiarazioni diffuse in questi giorni da diverse sigle della militanza lgbt che definiscono le manifestazioni del pride di quest’anno ‘umane’ o ‘di civiltà’ ci tengo a ribadire e ricordare che il pride è una manifestazione gay”, così Frank Semenzi, editore del mensile gay “Pride”.
“Mi pare che si sia andati molto oltre nel ricercare significati altri per una manifestazione che porta in piazza l’orgoglio di essere gay , la bellezza insita nella condizione omosessuale, la pretesa di diritti per gli omosessuali e il coraggio di vivere apertamente la propria diversità. Da questo punto di vista ogni tentativo di cancellare la parola gay dalle nostre manifestazioni sembra utile solo a compiacere questo o quel partito di Governo che preferisce interloquire con esseri umani, o civili, che significa inoffensivi, piuttosto che con una realtà fatta di persone gay che rivendicano diritti in quanto gay. Certo l’organizzazione di manifestazioni del familismo ultracattolico dovrebbe imporre una riflessione a una militanza che pretende di cancellare la specificità degli omosessuali per annegarla in un’umanità o una civiltà che nessuno ci ha mai rifiutato”, conclude.