Da oltre due secoli Vienna è considerata la capitale dei balli da sala e ogni anno se ne allestiscono 450 a ritmo di vivaci valzer. Un’ineguagliabile combinazione di tradizione austriaca e sfarzo imperiale, capace di tingersi arcobaleno.
(prima pubblicazione Pride aprile 2017)
Essere ufficialmente invitati al Wiener Regenbogen Ball, il ballo arcobaleno di raccolta fondi per sostenere le iniziative di HOSI Wien (Homosexual Initiative Vienna), la più grande organizzazione gaylesbica austriaca, è un onore che capita poche volte nella vita. E per offrirlo l’ente del turismo della città non ha badato a spese, permettendo a 17 giornalisti LGBT provenienti persino da Brasile e Giappone di vivere tre giorni immersi in uno sfarzo contemporaneo e retrò al contempo, passando dal dormire nel lussuoso ma artistico hotel 25 hours in pieno Museumsquartier, fino a organizzare una cena in una sala privata del mitico hotel Sacher (proprio quello della più famosa torta al cioccolato del mondo) vestiti in smoking o frac i signori e in lungo abito da sera le signore.
A un ballo non si arriva impreparati quindi all’interno del programma, oltre a due giri turistici a piedi della città svolti con una temperatura di meno 3 gradi che ha messo a durissima prova la resistenza fisica del gruppo, c’è stata anche una lezione di valzer presso la rinomatissima e über-tradizionale scuola Elmayer. Se contare da soli 1-2-3, 1-2-3 in avanti con il piede destro e indietro con quello sinistro è facile, quando si inizia a cercare di muoversi e a girare in coppia si capisce perché gli austriaci prendano la cosa molto seriamente sin dall’adolescenza. Un ballo, infatti, è soprattutto un’occasione sociale in cui conoscere persone, stringere relazioni, innamorarsi sotto lampadari di cristallo al ritmo della musica classica, con risultati molto più efficaci del passare ore in buie e rumorose discoteche dove è molto più facile fare tappezzeria di quanto non si voglia mai ammettere.
Fu il congresso di Vienna del 1814/15 che vide la prima fioritura delle solenni serate danzanti. Per ridisegnare i confini politici del continente europeo dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo (citata nell’omonima canzone degli Abba prima classificata all’Eurovision Song Contest del 1974, che Conchita Wurst vincerà con Rise Like a Phoenix nel 2014) diverse personalità si trattennero in loco anche per diversi mesi, e i padroni di casa fecero di tutto per rendere il soggiorno il più piacevole possibile. Le occasioni di divertimento si susseguirono e si contraddistinguevano per il cerimoniale della corte viennese dell’Ottocento. Alcuni elementi, modificati di poco, si conservano fino ai giorni nostri, e se al Rainbow ball la partecipazione ha superato le oltre 2500 presenze, vi sono eventi con persino 6000 persone nei luoghi più prestigiosi della capitale, che comportano un’organizzazione perfetta con tanto di comitato direttivo d’onore. I biglietti per partecipare a quelli più esclusivi come il Ballo dell’Opera di Vienna sono contesissimi malgrado i prezzi alquanto elevati. Quelli allestiti nelle monarchiche sale della Hofburg sono notevolmente più convenienti.
Nella capitale dell’impero asburgico il centro del potere per più di sei secoli fu il complesso della Hofburg, costituito da una serie di residenze a palazzi tra loro apparentemente distaccati, che deve aver fatto pensare a Maria Antonietta quando arrivò in Francia per sposare Luigi XVI che Versailles era una banale villa di campagna, ma a forza di pensare male si finisce per perdere la testa…
Un elemento imprescindibile nella cultura tradizionale dei balli è l’eleganza dell’abbigliamento, ma se si tratta di un ballo a tema LGBT qualche eccezione alla regola è concessa anche nella scelta del o della partner. Le combinazioni possibili vanno da un banale uomo/uomo, donna/donna, uomo/donna alle più eclettiche combinazioni donna vestita da uomo che balla con uomo vestito da donna, due uomini vestiti da donna che ballano insieme o due perfette repliche di Marlene Dietrich in stile dandy con capello a cilindro che volteggiano nella sala senza mai urtare nessuno.
Ogni ballo inizia con il valzer alle 21 e termina verso le 5 del mattino. Come si fa a resistere? Verso l’1 di notte ci furono serviti abbondanti piatti di squisiti wurstel ma potete anche optare per una porzione di minestra di gulasch (l’impero era austro-ungarico mica per niente), e una volta riprese le forze se non siete ferrati nella polka o se le istruzioni in tedesco per gettarvi in una sfrenata quadriglia di gruppo vi creano problemi, un ballo prevede l’esibizione di diverse orchestre e gruppi musicali in varie sale e anche la discoteca non manca.
Altri appuntamenti annuali per la nostra comunità sono il Rosenball, il ballo delle rose che gioca sull’essere antitradizionalisti e fa divertire al suono di house e disco music, e il più grande evento europeo di raccolta fondi per la lotta contro l’AIDS il Life Ball.
Se siete stanchi delle capitali con regina annessa, siate imperatrici. Anche se solo per una notte ma ne sarà valsa assolutamente la pena, magari nel 2019 quando Vienna ospiterà l’Europride.