Mettersi a produrre frutta o verdura in casa è un gioco da ragazzi, anzi da bambini, soprattutto se c’è chi ti insegna a farlo passo a passo, con amore e senza stereotipi di genere. Dalla Svezia un bell’esempio di civiltà sotto forma di favola moderna.

 

Ci fa piacere parlarvi oggi di un bell’albo illustrato per i lettori più piccoli, che sarà presentato ai primi di aprile alla Bologna Children’s Book Fair 2019. Si intitola Il bosco in casa (ed. Settenove Edizioni). Cosa racconta? Racconta di una bambina, di cui non si sa il nome, che decide di coltivare le fragoline di bosco sul balcone di casa.

Sotto la supervisione e con l’aiuto dei premurosi genitori, si procura il materiale adatto (anche di recupero): il terriccio, i semi, le lattine vuote, i chiodi, lo spago. Poi si mette all’opera, commette piccoli errori bonariamente rilevati e corretti dagli adulti, rivela un carattere forse po’ impaziente (e vorrei vedere voi a non avere fretta e a mantenere lo stesso livello di entusiasmo mentre aspettate che i semi germoglino, che le piantine fioriscano, che mettano i frutti e che questi ultimi arrivino a completa maturazione), gioisce insieme ai grandi per il risultato finale.

Ai più, leggendo la trama di questo libro scritto da Sarah Vegna e illustrato da Astrid Tolke, sarà sfuggito il riferimento alle tematiche LGBT, e il perché se ne parli proprio sulle pagine di Pride online. Abbiamo dimenticato di dire che i genitori di cui sopra sono i due papà della piccola, e neanche di loro sapremo i nomi, ma a volte rimanere sul vago aiuta a rendere universale un concetto profondo.

Che cosa si arguisce, grazie alle illustrazioni della Tolke, di questi due papà? Che uno pare più pacato, perché porta camicie con il collo alla coreana e pantaloni in tela lunghi fino al ginocchio… L’altro, un po’ più rock e tecnologico, sfoggia invece, tra le altre cose, t-shirt dei KISS e dei Mötley Crüe. Ma la cosa che balza all’occhio fin dalla prima tavola è che non solo la bimba ha per genitori due uomini ma la loro è pure una coppia interrazziale: uno è bianco e l’altro ha i tratti orientali!

Il nostro paese neo-medievale è pronto a tanto? Se aggiungiamo che la casa in cui vive la protagonista della storia è linda e in ordine, quindi di sicuro uno dei due papà (o perché no entrambi?), si occupa delle pulizie e di rassettare, compiti che per certuni dovrebbero essere svolti solo dalle donne, che la bambina usa un martello (un martello dato a una femmina?!), che nonostante tutto lei sembra gioiosa ed equilibrata (sfatando così le varie mitologie che vorrebbero i figli delle coppie dello stesso sesso confusi e infelici), che nessun assistente sociale irrompe a salvare la pargola, e che in nessuna delle illustrazione appaiono le Fiamme della Dannazione Eterna a lambire i due gay, la risposta alla domanda potrebbe essere un secco “NO”.

Dopo aver giustamente rilevato in seguito a un’attenta riflessione che gli uomini non possono partorire, ci sarà quasi di sicuro qui in Italia chi si domanderà: “Ma quei due degenerati, dove l’avranno presa quella bambina? A chi l’avranno sottratta con l’inganno? Non è che magari, sotto sotto, c’è un traffico illecito di uteri?”.

Ci sarà qualcuno che chiederà a gran voce che il libro sia messo subito all’Indice e ritirato dagli scaffali delle biblioteche pubbliche. A un eventuale rogo, magari si penserà in un secondo tempo.

L’unico consiglio che si possa dare, considerate le tematiche, è il seguente: Lorella Cuccarini, che in passato avevi dimostrato qualche problema con la “stepciaild adoccion” ma soprattutto con l’inglese, Pavone, Fontana, Pillon (e Compagnia Brutta del “Congresso Mondiale delle Famiglie 2019”, l’evento pro vita e pro famiglia che si svolge quest’anno a Verona) astenetevi da questa lettura per favore.

A tutti gli altri, al contrario, leggere e/o regalare il libro farà un gran bene. Innanzitutto perché dopo essere giunti all’ultima pagina sarete in grado di coltivare le fragole di bosco sul vostro balcone, e non venitemi a dire che tutti lo sapete già fare!

Secondo, perché in poco tempo è l’ennesima spinta ecologista che viene dalla Svezia (Greta Thunberg docet), e ci insegna come possa essere facile se ci riescono anche i bambini, ingegnarsi nell’autoproduzione, soprattutto se c’è chi te la insegna passo a passo, con amore. Terzo, perché dà un bell’esempio di una famiglia, a prescindere dal genere dei genitori, dove c’è cura, rispetto reciproco e armonia.

Un plauso va sicuramente alla Settenove, coraggiosa e non nuova a parlare di temi per qualcuno “scomodi” come le famiglie allargate e la lotta agli stereotipi di genere, al sessismo e alle discriminazione. Speriamo che, invogliata dalla bella esperienza della collaborazione con Vegna e Tolkela casa editrice pubblichi anche gli altri libri del duo svedese.

Dopo questo Il bosco in casa (Vi odlar smultron), potremmo quindi forse leggere Vi tvättar bilen e Vi bakar bullar che parlano rispettivamente di un bambino che vorrebbe aiutare le sue due mamme a lavare la macchina e di un papà single che insegna al figlio a fare i dolci in casa. Da notare che la parola Vi in svedese significa Noi. E in quel Noi c’è già tutta una famiglia, una di quelle con la F maiuscola.

Abbiamo fatto anche qualche domanda all’autrice.

Qual è stata l’idea di partenza di questo libro, e la prima immagine come si è sviluppata?

Il bosco in casa è il terzo libro di una serie su diversi bambini che fanno cose di ogni giorno insieme alle loro famiglie. Volevo fare una collana che dimostrasse che non occorre girare il mondo per trovare un’avventura. Per un bambino piccolo ogni cosa può essere un’avventura!

Penso che forse la cosa più importante per me come autrice di libri per l’infanzia è assicurarsi che ogni bambino possa trovare nei libri qualcuno nel quale riconoscersi. Leggere un libro e pensare: “Ma questo/a sono io” oppure “Questa è la mia famiglia”. Quindi per me era veramente importante che la bambina nel libro avesse due papà. Era anche importante che facessero crescere le loro piante sul terrazzo, non in un giardino, e che usassero diversi tipi di cose in cui mettere le piante, come le lattine usate di alluminio

Quali altri libri con un messaggio simile a questo (tematiche LGBT e lotta agli stereotipi di genere) hai già scritto?

In tutto ho scritto 14 libri per bambini, e quasi tutti toccano questi temi. Uno è su una famiglia con due mamme, uno è di una bambina che vive con il proprio nonno, una serie riguarda un bambino con due famiglie e un altro riguarda il dover lasciare il proprio paese. È anche molto importante per me presentare coppie di padri amorevoli e premurosi, e padri single che si prendono cura dei propri figli, e dimostrare che i ragazzini possono indossare un vestito da donna e le ragazzine possono fare giochi spericolati eccetera.

Puoi parlarci della tua proficua collaborazione con l’illustratrice Astrid Tolke?

È stata la casa editrice svedese Olika förlag ad aver trovato Astrid e io amo il suo tratto, quindi ero molto felice quando Astrid ha voluto fare le tavole per le serie. Penso che Astrid abbia fatto un ottimo lavoro nel dare vita alle mie parole, e adoro il fatto che ci sia così tanto calore e amore tra i personaggi

Come sono stati accolti i vostri libri in Svezia? E come pensi che sarà accolto Il bosco in casa nel nostro paese?

I libri sono stati veramente ben accolti in Svezia, quindi naturalmente spero che Il bosco in casa piaccia anche in Italia e non vedo l’ora di ricevere la copia tradotta!