Dalle ceneri di ANDDOS è nata ARCO, con più attenzione ai tradizionali valori fondanti della rete dei circoli ricreativi e l’impegno a fornire servizi utili ai soci
Al secondo congresso che si è tenuto a Bologna gli scorsi 17 e 18 maggio, la rete che riunisce i circoli ricreativi LGBT italiani ANDDOS (Associazione Nazionale contro le Discriminazioni Da Orientamento Sessuale) ha cambiato nome ed è diventata ARCO: Associazione Ricreativa Circoli Omosessuali. È indicativo che il titolo del congresso nazionale sia stato “Time for Change” (tempo di cambiare).
Non è variata la Presidenza di Roberto Dartenuc, che è restato per traghettare l’associazione dalla vecchia alla nuova denominazione, mentre è stato aggiornato il Direttivo: Massimo Florio è stato eletto Vicepresidente, Markus Haller Tesoriere; Angelo Bifolchetti, Fabrizio Aiazzi, Frank Semenzi, Davide Valente sono invece i nuovi membri dell’Ufficio di presidenza. A loro si sono aggiunti 25 consiglieri nazionali coi quali sono state approvate tutte le mozioni proposte dalle diverse commissioni del congresso.
È forte l’intenzione di rilanciare l’associazione in seguito allo scandalo montato ad arte dalla trasmissione Le Iene nel febbraio del 2017, e alle successive dimissioni del presidente di ANDDOS Marco Canale e dell’allora direttore dell’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, Francesco Spano.
Dal sito web il direttivo ribadisce che ARCO è “un’associazione fondata sui valori di libertà, solidarietà, rispetto reciproco, rispetto per l’ambiente” e sulla “promozione dei diritti civili, la lotta alle discriminazioni per orientamento sessuale, la laicità delle istituzioni, la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, la pace, la tutela dell’ambiente e della salute”.
Particolarmente sentita è la convinzione che anche i circoli ricreativi, i cosiddetti club o locali gay, siano indispensabili per creare cultura di comunità e favorire il benessere delle persone arcobaleno. ARCO ritiene pertanto “necessario, oggi più che mai, valorizzare il linguaggio del corpo e la sessualità come elementi fondamentali per la costruzione di relazioni umane positive, elementi dalle mille sfumature che vanno ancora esplorati, praticati e coltivati sul piano culturale, sui quali è necessario diffondere informazione, consapevolezza, prevenzione”, proteggendo tra l’altro, aspetto non più marginale, i propri affiliati dalla recrudescenza della violenza omofoba e sessuofoba che in questi nostri tempi pieni di contraddizioni convive con “una parziale affermazione delle libertà civili”.
ARCO favorisce quindi “la nascita e lo sviluppo di luoghi accoglienti e sicuri, aperti a chiunque voglia condividere i nostri valori, in cui le persone possano conoscersi, vivere in libertà la propria sessualità e il proprio orientamento di genere, beneficiare di servizi e informazioni essenziali per la propria salute psicofisica”.
Dalle parole del presidente Dartenuc molta attenzione sarà infatti dedicata alla prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale, potenziando “i servizi e l’informazione sulla sessualità, in primo luogo i test rapidi su tutte le IST (infezioni sessualmente trasmesse), in stretta sinergia con le associazioni esperte in questo settore”.
Si è cominciato bene lo scorso dicembre in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS promuovendo la campagna capillare We Test, realizzata da ARCO in collaborazione con altre otto associazioni: lo scopo è quello di “raggiungere le persone direttamente nei luoghi di ritrovo, ampliare la possibilità di fare il test e ottenere informazioni sulla salute”, in modo da “sensibilizzare alla periodicità dei test in strutture pubbliche e associative. La conoscenza del proprio status, insieme agli strumenti di prevenzione come il preservativo, è uno dei principali alleati per una sessualità sicura e consapevole”. In oltre 15 città italiane è stato quindi possibile effettuare gratuitamente e in forma anonima il test rapido HIV, fornendo informazioni essenziali sulla prevenzione e rimarcando l’importanza di tenere sotto controllo le IST. L’iniziativa si svilupperà per tutto il 2019, per un totale di oltre 3000 test rapidi, e i risultati verranno comunicati alle istituzioni nazionali: è urgente attivare quanto prima a politiche efficaci di salvaguardia della salute sessuale dei cittadini, non solo quelli LGBTI.
Il direttivo di ARCO vuole tornare alle origini, valorizzando la sua storia trentennale “di incontro e socializzazione” che ha permesso e permette “ancora oggi, a migliaia di persone, di conoscere se stesse, gli altri e la propria sessualità. In questo modo ARCO vuole contribuire a una società migliore, laica e democratica, in cui nessuna persona si veda più imposto un modo di essere e si veda negato il diritto a perseguire la propria felicità”.