Pubblicare una buona fotografia è solo il primo, spietato comandamento che serpeggia dai social network più laccati ai misconosciuti postriboli virtuali. Un bello scatto, pur senza garantire miracoli, può favorire le visite al nostro profilo, incrementare le occasioni di contatto, amicizia o sesso e fare la differenza tra un messaggio come “sei carino, ti va di approfondire” o fughe precipitose verso maschi all’apparenza più appetibili. Ma come deve essere una fotografia per apparire (ergo battere) al meglio?
Sul web si sprecano ottime guide di fotografi professionisti (o amatori) che spiegano dettagliatamente come fare un buon ritratto o nudo, inalberandosi in dettagli astrusi ai profani come tempi di esposizione, aperture del diaframma (che non è un anticoncezionale) e uso dell’esposimetro (che non è una pratica esibizionistica). Senza complicarci troppo la vita, anche perché le fotocamere compatte di oggi offrono risultati più che accettabili, le parole d’ordine più diffuse degli addetti ai lavori sono semplicità, onestà e buonsenso.
Giovanbattista Brambilla, fotografo e collaboratore di Pride suggerisce di tenere ben presente un celebre motto di Franca Valeri dal film Parigi o cara: “’A fotografia è un veicolo d’orgasmo, chi la vede te vo’ conosce’”.“La prima cosa da valutare – aggiunge Brambilla – è l’utilizzo che volete fare del vostro profilo se per cuccare o per gli amici su Facebook. Una buona fotografia è, molto semplicemente, quella nella quale vi riconoscete. Se vi sentite Brigitte Bardot fotografatevi esattamente come lei. Non nascondo che non ho mai fatto servizi per i social network, e che provo disgusto per quei profili tutti boccucce tumide e sguardi intensi al tronista o alla ballerina di Amici di Maria De Filippi. Questi profili non meritano nemmeno di essere presi in considerazione e chi pubblica quelle foto avrebbe bisogno di una visita psichiatrica”.
Disturbi mentali a parte, dal punto di vista tecnico, come spiega Alfio Martini, fotografo che collabora con il noto regista del porno gay Lucas Kazan, “il consiglio principale è utilizzare la luce naturale, intensa e omogenea. Non c’è nulla di meglio della luce del sole non diretta, ma riflessa da fuori camera, per ottenere colori nitidi. Va bene quindi in esterno, ma non nelle ore più soleggiate, o vicino a una finestra che crei giochi di ombre sul corpo”. Per Martini l’elemento che deve emergere dallo scatto deve essere la spontaneità: “Trovo patetiche le foto a petto nudo con cravatta o mutande ricercatissime: sono troppo costruite ed è meglio essere naturali e scattare senza troppi preamboli”. Anche lo sfondo è molto importante: “dovrebbe essere neutro e omogeneo e non creare confusione: un muro è assolutamente perfetto. Prestate poi molta attenzione agli oggetti: è intollerabile mostrare un’erezione con a lato caffettiera e alle spalle un quadro kitsch; la foto perde totalmente di erotismo e risulta comica. Usate lo sfondo solo se pensate di non avere altre carte da giocare: un fisico inguardabile vicino a un’auto costosa o una foto di viaggio possono mostrare qualcosa di voi, ma siate moderati nel riempire l’obiettivo”.
Scatti alla mano, ed è meglio che siano quattro, un particolare caratterizzante del viso (occhi, lentiggini, barbe, piercing), un primo piano del volto, una ripresa che includa testa e tronco, e una di tutto il corpo, dalla testa ai piedi, non fatevi troppo tentare dal foto-ritocco. “Passi per l’eliminazione di un brufolo sul sedere, che è un difetto momentaneo – spiega Diego Conti, fotografo di Boy4boy Italia – ma è inutile eliminare rughe, pance, borse sotto gli occhi e maniglie dell’amore. Prima o poi, l’incontro dal vivo mostrerà la cruda realtà e le rughe e la pancia hanno un buon mercato. No tassativo, poi, alle facce setose facilmente ottenibili con i filtri di qualsiasi programma di foto-ritocco: non esistono”.
Il nudo, che può fare la differenza nelle chat di incontro, va frequentato con qualche cautela, ci rammenta Conti: “Meglio le braccia incrociate piuttosto che alzate che fanno scomparire i pettorali. I piedi un poco a papera aiutano a mostrare gambe più massicce e un leggero strato di crema, o la pelle bagnata, migliorano la definizione muscolare. Non usate mai e poi mai l’olio che fa l’effetto patatine fritte”. Pelo ed erezione, infine, sono capitoli complessi, ove prevale il gusto personale: “Io dico no alle foreste di boccoli intorno al pube – spiega Conti – e una rasatura curata a due centimetri aiuta a mostrare la tonicità muscolare e le dimensioni. L’erezione non deve essere fotografata perpendicolarmente altrimenti sembra un tappo di damigiana: meglio di lato o tre quarti”. Martini è d’accordo e “un’erezione si scatta meglio se appoggiata alla pancia: l’ombelico è utile come guida nel quantificare le dimensioni reali. Il pene fotografato dal basso si ingrossa e allunga ma falsifica completamente la prospettiva. Non scartate mai lo strumento a riposo: un bel frutto pesante può lasciare molto spazio a sana immaginazione”.
Chiudiamo la patta e torniamo a semplicità, onestà e buonsenso, che nell’infinita varietà di rappresentare noi stessi on-line sono ancora obiettivi lontani dall’essere globalmente condivisi. Stando a un analisi su 7000 profili di OkCupid.com, un sito di incontri americano, sono molti gli errori comuni nelle foto pubblicate. Pochi si ritraggono con un auspicabile sorriso e preferiscono musi intimidatori da rottweiler o da cerbiatte in calore (27% dei profili contro il 61%), è raro il contatto visivo e cioè gli occhi devono essere a livello della fotocamera ma non necessariamente diretti nell’obiettivo. Sono inclassificabili anche quelle migliaia di autoscatti da cellulare con angolature impossibili che modificano le proporzioni del corpo e assurdi i maschi decapitati: i principi azzurri senza testa non esistono nemmeno nelle fiabe. Tra i suggerimenti di “Okcupido” per ricevere decine di messaggi, oltre evidentemente a non usare le fotografie di altri che è pure un reato, quello di togliersi gli occhiali da sole, quello di non usare il vostro cane, gatto, auto o volatile da compagnia per rappresentarvi, a meno che non abbiate disturbi di identità, e l’invito a levarsi la t-shirt. Il numero di messaggi ricevuti è infatti sempre proporzionale alla pelle mostrata: fatevi sotto quindi, anche se vi considerate bravi ragazzi o pensate, a torto, che per l’età raggiunta sia meglio non mostrare le vostre carni al naturale.
Il problema di pubblicare buone fotografie on-line è così sentito che sono sempre più numerosi i professionisti o amatori, che offrono fotografie d’autore a prezzo accessibile, direttamente nei siti di incontro gay. Flavio Michele Pinna di FMPhotography di Bologna (www.flaviomichelepinna.com), è tra questi, e ci spiega che “la clientela gay chiede servizi fotografici mirati al seminudo con scatti di carattere sexy o hard, talvolta anche porno. Per i social network la cosa fondamentale è ovviamente l’apparire, e offriamo un’immagine tipicamente costruita e ritoccata e soprattutto pulita. Un mio servizio fotografico costa dai 200 euro in su, dipende dalla tipologia di book che uno pretende, dall’utilizzo o meno del mio cast come il truccatore, lo stylist o dalle riprese se fatte in esterna o in studio”.
Gli scatti per i social network sono il 30% del lavoro di Fabrizio Marzagalia (www.peppersolutions.net) e li chiedono “sia gli etero che i gay. Vogliono un aspetto migliore di quello che offrono le macchinette fotografiche e foto artistiche professionali soprattutto di nudo. Chiedo dai 150 ai 500 euro (nel caso di modelli). Ascolto sempre i miei clienti prima del servizio: una foto per essere buona deve esprimere il carattere di una persona”.
È più di nicchia, per le sue componenti sado-maso, il percorso artistico dello Studio F.R.U. (www.efferreu.com) di Milano, due fotografi giovanissimi che sul web cercano soprattutto modelli che posino gratuitamente per progetti di natura artistica. “È un po’ come faceva Robert Mapplethorpe: lui usava i cruising di New York, noi che apparteniamo all’epoca digitale usiamo chat e siti d’incontri per trovare soggetti che posino per i nostri scatti”, ci spiegano. Proprio Mapplethorpe li ispira nel raccontare “i desideri e perversioni di un’epoca nel loro stato più istintivo e puro”. Lo Studio F.R.U. si presta anche per book fotografici: “Diverse persone ci hanno chiesto foto di nudo per profili on-line; il più delle volte sono nuovi escort che hanno bisogno di foto per “pubblicizzarsi”. In una città come Milano, che è molto esigente per quel che riguarda l’apparire, una foto studiata fa più colpo di una foto fatta col cellulare davanti allo specchio del bagno. È curioso vedere quanti ‘tipi’ di escort esistono: quelli che lo scelgono come carriera (super accessoriati ed esperti), studenti universitari sbarbati che lo fanno per pagare l’affitto, immigrati che non hanno trovato un lavoro migliore o chi lo fa semplicemente per passione. Solitamente chiediamo cento euro come contributo spese, ma se il modello merita lo coinvolgiamo in qualche nostro lavoro artistico”.
Si propone sul web anche Uomonudo, è questo il suo nome d’arte, fotografo che pubblica i suoi lavori nell’omonimo sito uomonudo.net: “Sono molti coloro che chiedono foto per il web, sono soprattutto intorno ai 40 anni, ma ho fotografato uomini dai 25 ai 65 anni. Fotografo gratuitamente per il mio sito e sono sempre alla ricerca di modelli che collaborino nel progetto artistico. Cerco uomini molto maschili capaci di giocare con il nudo, ma che non siano il classico modello stereotipato che ci propongono solitamente”. Il suo profilo on-line è tassativo: “Nella sessione fotografica non è incluso fare sesso col fotografo”: “La fantasia di posare per un fotografo e poi finirci a letto è più diffusa di quanto si possa pensare”, spiega. “Per me fare un servizio fotografico è come vedersi per un caffè, nulla di più. Poi ora sono fidanzato il fattore sesso lo escludo a priori… in questo momento”.